Dicono di me
“…Entra con la sua tavolozza non soltanto ricca di colori, ma affinata e sensibilizzata attraverso un esercizio proficuo….Entra con l’eleganza grafica delle sue composizioni, con sintonia segno-colore che ben si inquadra in criteri, visioni e prospettive d’aggiornato linguaggio e di sana cultura.”
“È di Mada l’altra metà del cielo, quello più scintillante, misterioso, seducente, dove si muovono sinuose aggraziate sfuggenti donne, che recitano sull’imprevedibile palcoscenico della vita parti vecchie e nuove, improvvisando o ricalcando antichi copioni, con consumata maestria o deliziosa ingenuità, calde di avvolgenti colori, morbide e carnose, dai lunghi occhi obliqui, socchiusi su nascosti segreti o spalancati in subitanee meraviglie, capaci di comunicare senza parole, sfidando chi le osserva a comprenderle, capirle, amarle forse.”
"Il primo impatto con le opere di Mada dà un leggero senso di vertigine, vuoi per le sinuose linee che ricordano una vite senza fine, vuoi per la violenza, quasi fauves, dei suoi colori, e, ancora, per gli spiazzanti sguardi monocoli di molte sue immagini femminili.
Poi quando sembra che a Mada interessi solo il gioco delle linee che, con una facilità miracolosa, seguono le sua fantasie, anche quando, sulla lezione di Manet e dei tanti che seguiranno dopo, sembra ripudiare la conquista dello spazio prospettico, ecco che, alcune figure, anche in questo caso, soprattutto femminili, riempiano la tela, come una pia donna di Giotto, un apostolo di Masaccio o una Madonna di Piero.
Inoltre c'è, anche nelle tele di pura immaginazione dove la natura sembra non avere nulla da dire, un quid di concreto, di solido, di reale, che rimanda alla lezione della scuola cinquecentesca bresciana: Foppa, Savoldo, Romanino, Moretto, non dimenticando il geniale vagabondaggio del Lotto nelle terre della Repubblica veneta, che, vedi il Longhi, hanno fatto da humus all'esplosione caravaggesca.
Vivere nel proprio tempo cosciente del continuo divenire dell'arte, essere originale, riconoscibile -" Vedi quello è un lavoro di Maddalena Franguelli , inconfondibile!"- ma abbarbicare saldamente le proprie radici nella più alta tradizione della nostra arte, è il miracoloso equilibrio trovato da Mada.
Lasciato la veste del critico, che del resto non mi appartiene, indossata per l'occasione amorevolmente sollecitato da Mada, e ritornato semplice ed umile fruitore del bello, rimango a volte scosso, spesso affascinato, sempre commosso, dai lavori di Mada, siano esse opere giovanili, acerbe ma già significative, ovvero i grandi cicli, Via Lucis, Pinocchio etc., degli ultimi anni."
Timoteo Motta
per l'opera IL CALENDARIETTO 2025
"È un'opera bellissima e coinvolgente. In essa si può compiere un viaggio emotivo completo. Dal buio e le tenebre che l' umanità può ' generare verso se stessa, solo l'abbraccio accogliente di una madre può strapparci e condurci verso la luce. Le madri posseggono la forza struggente che le porta a lottare contro l'impossibile e a cercare e credere in un approdo sicuro; anche oltre la vita.
Dio è madre, la natura è madre."
"Anche questa tua ultima "fatica" è molto affascinante. Significativo vederla oggi, festa internazionale della donna. Le donne, come bene esprimi, sono alberi con radici profonde. Se si hanno radici forti e profonde più ampia e folta sarà la chioma che si apre in superficie al mondo. I simboli del quotidiano, mi piace leggerli, oggi, come necessità di rispettare le donne ed il loro posto nel mondo, tutti i giorni e non solo una volta l'anno! I la Donna depositaria delle radici."
“Mada Franguelli non è mai uscita dall'arte, il suo habitat naturale. Arte come sensibilità palpabile, evento che si fa, vita vissuta, prodotto e soddisfazione, spirito e sostanza. Il curriculum di Mada Franguelli passa da tappe fondamentali, diplomata all'Accademia di Brera, abilitata nell'insegnamento della Storia dell'Arte, firma internazionale nel settore della fashion moda, navigando sotto traccia, molto conosciuta, dunque, nel pianeta della creazione artistica nelle grandi scuole e fiere internazionali, invece sfuggente nel marasma, ormai, delle mostre di pittura della città e della provincia, in cui si alternano dilettantismi stucchevoli e poche sorprese convincenti… Il colore di Maddalena Franguelli si identifica con la sua personalità e ragiona, insistentemente ma lievemente, su un tracciato di barocco nobile, su una curva, su un movimento carezzevole che segna il confine tra una figurazione picassiana e una tentazione mai sopita verso una dolce astrazione. Senza lasciare indietro, l'idea e la rappresentazione della terra, quella bisognosa di cielo e di campi, reale mediazione tra la libera interpretazione creativa e la regola morale.”
Prof. Tonino Zana
Giornalista del Giornale di Brescia
"Catturata dalla meraviglia dei colori, ti accorgi di trattenere quasi il respiro mentre ti senti invitata ad entrare in un paesaggio vivo, coinvolgente e caldo quanto irreale. Osservo le foglie che, rivestite di sfumature vivaci e mutevoli, in silenzioso movimento, segnano lo scorrere del tempo. I colori cambiano e ritornano proprio come l’alternanza delle stagioni.
…madre e figlia nella loro essenza sono come foglie cadute dallo stesso ramo."
"La Pittrice ha narrato con la sua arte la tragedia dei due amanti che con la loro unione hanno fatto trionfare l’amore sotto lo stesso tetto, dipinto per metà di colore blu per metà di colore rosso
La dicotomia ed il netto contrasto cromatico si affievoliscono nella realtà creata dal sentimento d’amore che congiunge fino a fondere i due amanti quasi in un'unica figura che sembra danzare.
Dal dipinto emerge con vitalità espressiva la verità della passione amorosa che vince le convenzioni e rende l’osservatore partecipe di questa unione."